La regolarizzazione paesaggistica è un processo più complesso e incerto rispetto a quella edilizia
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Termini quantitativi a parte il Belpaese appare assai coperto da vincoli di vario genere, assoluti e relativi che siano.
La parola Vincolo evoca brutti sogni a chi ha studiato scienza delle costruzioni; ai proprietari di immobili vincolati, invece pure!
Difficile affrontare in maniera esaustiva e oggettiva l’intero compendio normativo dei vincoli urbanistici, o delle famiglie di vincoli, onde evitare facili generalizzazioni.
Si distinguono in base all’inedificabilità:
- assoluti: totale inedificabilità;
- relativi: edificabilità condizionata;
oppure in base alla tipologia:
- storico/artistici/culturali;
- tutela ecologica;
- tutela funzionale;
Ne elenchiamo alcuni appartenenti alle rispettive tipologie.
Storico/artistici:
- Beni culturali, artistici, storici, architettonici, ecc, art. 10 D.Lgs. 42/2004;
- Notevole interesse pubblico imposti con Decreto Ministeriali, ex art. 136 D. Lgs. 42/2004
- Paesaggistica imposti per legge ex art. 142 D. Lgs. 42/2004;
- Paesaggistici imposti da Piano Paesaggistico Regionale;
Tutela ecologica:
- Area naturale protetta – Enti Parco
- Vincolo idrogeologico R.D.L. 3267/1923
- Vincolo idraulico o Autorità di Bacino
- Vincolo Forestale
- Siti di importanza regionale SIR
- Fascia di rispetto cimiteriale
- Rischio incidente rilevante
- Campi pozzi ex D.Lgs. 152/06
- Fascia idraulica R.D. 523/1904
- eccetera;
Tutela funzionale:
- Sismico (vincolo?)
- Fascia rispetto autostradale
- Fascia rispetto stradale (Codice della Strada)
- Fascia rispetto demaniale o area demaniale
- Fascia rispetto ferroviario
- Fascia rispetto elettrodotto
- Fascia rispetto militare
- Fascia rispetto aeroportuale
- eccetera
La materializzazione del vincolo può essere effettuata tramite precise perimetrazioni sulle mappe dei rispettivi enti istituzionali, in una sola parola “cartografata”.
Il vincolo viene istituito o apposto tramite appositi provvedimenti come decreti e leggi nazionali/regionali, oppure tramite piani paesaggistici deputati a governare l’intricata materia.
Le perimetrazioni possono quindi essere:
- puntiformi: localizzate al singolo edificio o porzione di edificio notificato;
- lineari: una fascia di rispetto, si sviluppa seguendo il percorso di un elemento lineare (fiumi, elettrodotto);
- areali: una perimetrazione ampia di qualunque forma, definita in base alle specifiche esigenze (paesaggistica);
Vincolare è utile o no ?
Come in tutte le cose, l’esagerazione non va mai bene.
Le due posizioni opposte delle risposte sono riassumibili così:
Si, il vincolo è utile
Ad eccezione di alcuni ambiti regionali con effettive criticità di presidio causare da mafia/corruzione, l’intento di frenare fenomeni di cementificazione e speculazione edilizia è riuscito in buona parte; posto che il problema dell’abusivismo, mantenimento dello stato legittimo e del ripristino dello stato dei luoghi sia ancora un problema irrisolto, l’imposizione di vincoli ha sortito un effetto frenante.
Particolarmente forte è stato l’effetto della legge Galasso, che introdusse “d’ufficio” l’apposizione di vincoli paesaggistici ad una serie di tipologie territoriali.
No, è inutile!
I vincoli non solo non hanno frenato l’eccessiva espansione edilizia, ma hanno reso difficoltoso perfino gli interventi più semplici; inoltre non è possibile sanare il benché minimo e irrilevante abuso edilizio in queste zone, senza contare l’aggravamento sul piano penale che ha ingolfato le sedi delle procure della repubblica e punito in maniera eccessiva alcuni cittadini.
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La verità, per mio conto, sta nel mezzo.
Diciamo che sono necessari due ingredienti essenziali per migliorare questa situazione:
- adeguare il Codice dei Beni Culturali, soprattutto semplificarlo e integrarlo bene col Testo Unico dell’Edilizia;
- ripristinare una cultura di legalità ad ogni livello;
Sulla prima condizione ci sono molti margini per lavorare, spetta a Governo e Parlamento trovare volontà per farlo.
Sul secondo occorre un enorme lavoro di profonda rieducazione culturale da fare, e francamente la vedo parecchio difficoltosa, non vedo soggetti istituzionali e personali che possano gettare i semi.
Si può affermare che
la diffusione dei vincoli si è incrementa dopo la legge “Galasso” n. 431/1985, emanata per rispondere a problematiche afferenti l’urbanistica italiana avviatesi a partire dal Dopoguerra:
- Scarsa attenzione a tutti i processi di pianificazione territoriale;
- Scarsa capacità di attuazione e pianificazione delle espansioni urbane;
- Diffusa assenza di politiche strategiche lungimiranti ad ogni livello politico;
- Eccessiva frammentazione politica;
- Contrasti decisionali da campanilismo;
- Assenza di integrazione e cooperazione tra piccole (e grandi) enti pubblici;
Attualmente il territorio italiano è sottoposto ad molti vincoli di matrice nazionale, ministeriale e regionale.
In questa mappa, estratta dal SIT del Mibact, il territorio ci appare assai coperto da vincoli e a cui si rimanda per consultazione diretta: SIT Mibact.
Notare bene che ne mancano alcuni, ad esempio quello del vincolo idrogeologico R.D. 3267/1923.
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SIT del Ministero Beni culturali e turismo
Il Regime Fascista riorganizzò la materia oggi confluita nei Beni Culturali, allora separate in due distinte materie storico/artistico da una parte e Bellezze naturali dall’altra, con le due rispettive leggi n. 1089 e n. 1497 entrambe promulgate nell’anno 1939.
Pochi anni dopo queste due materie furono in parte integrate nel complesso normativo che divenne la legge “fondamentale” n. 1150/42: questa normativa era stata strutturata per un mappa decisionale assai più ristretta e veloce, mentre l’avvento della democrazia e della Costituzione portarono ad una mappa decisionale assai più lenta e frammentata.
A mio avviso una certa frazione della sola parte paesaggistica andrebbe ridimensionata e ridotta in maniera consistente.
E’ anche vero che si profila all’orizzonte un provvedimento normativo di semplificazione sulla materia vincolistica, sopratutto dei Beni Culturali, e le bozze che ho consultato promettono buoni risultati.
Certo è che tali risultati sono condizionati al corretto adempimento svolto da tutti gli enti e istituzioni.
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Campania, vincoli cartografati nel SIT Mibact
In questi ultimi tre decenni le regioni si sono occupate di redigere piani paesistici, alcuni dei quali hanno governato attentamente la perimetrazione e definizione di direttive e prescrizioni dei vincoli, primo tra tutti il PIT della Toscana.
Nel complesso appare una nutrita porzione della Toscana sottoposta a vincolo, contraddistinta in buona parte da elementi areali e frastagliata al suo interno da elementi lineari del reticolo idrografico maggiore.
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PIT Toscana, carta dei vincoli estratta dal SIT
In attesa di riscontrare il futuro prossimo provvedimento di semplificazione della paesaggistica, direi che di fermare qui la trattazione.
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CARLO PAGLIAI, Ingegnere urbanista, esperto in materia di conformità urbanistica e commerciabilità immobiliare
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