Anche gli interventi CILA-S sono soggetti al rispetto dello Stato Legittimo, pertanto niente immobili abusivi
La conversione del DL 39/2024 potrebbe coinvolgere i Comuni nelle ispezioni dei cantieri incentivati
Si legge da vari portali che sono allo studio emendamenti al Decreto Legge 39/2024, l’ultimo “taglia cessioni”, per concedere ai Comuni la facoltà di verificare la correttezza degli interventi agevolati da Superbonus (come se le fregature non fossero effettuate sugli altri bonus minori).
Nell’ipotesi in corso di studio è stata prospettata l’idea di concedere al Comune un ritorno del 50% sulle somme recuperate dal Fisco grazie al loro apporto: per quanto ho capito, l’ipotesi riguarderebbe i controlli nei cantieri in corso per riscontrare la conformità di quanto risultante nelle asseverazioni presentate all’ENEA. Significherebbe andare a verificare se i cappotti realizzati siano rispondenti per materiali e spessori a quelli progettati, e via dicendo (ma non ci dovrebbe già pensare l’ENEA?).
Diciamo che è un po’ tardiva questa decisione, perchè oramai siamo all’ultima coda del filone Superbonus; in assenza di una bozza di testo, c’è da domandarsi se a questo Governo non venga in mente di coinvolgere i Comuni non tanto per i cantieri in corso e in futuro, ma anche per quelli in passato.
Nelle prossime settimane ci sarà da seguire questo intreccio normativo urbanistico e fiscale, che potrebbe fare scintille: proviamo ad immaginare se ad ogni Comune sarà concessa la “taglia” del 50% nei recuperi fiscali del Superbonus? Qualcuno potrebbe farci davvero cassa.
Vedi articolo 1-bis emendamenti al DL 39/2024: https://www.senato.it/japp/bgt/showdoc/19/SommComm/0/1414551/index.html?part=doc_dc-allegato_a
La vera bomba ad orologeria che ho sempre evidenziato è il controllo generalizzato di tutte le CILAS (CILA Superbonus) presentate su edifici senza verificare attentamente lo Stato Legittimo e conformità urbanistico edilizia: è vero che la CILAS consente almeno formalmente l’attestazione di “Stato Legittimo semplificato”, ma ci sono diversi profili aggredibili da parte della Pubblica Amministrazione.
Alcuni TAR stanno hanno adottato approcci rigidi, confermando le procedure repressive emesse da qualche Comune, altri invece si stanno approcciando in maniera neutra, ma presto scopriremo cosa ne penserà il Consiglio di Stato.
Qualcuno farebbe bene a preoccuparsi se in questa conversione del DL 39/2024 al legislatore non venga in mente di estendere ai Comuni la compartecipazione al recupero Superbonus anche per il pregresso. A quanto pare il legislatore sta cercando di recuperare l’emorragia dei benefici fiscali concessi (dopo le plusvalenze postume), e potrebbe trovarsi costretto a incentivare i Comuni a controllare tutte le CILAS presentate finora, anche per interventi già conclusi.
A dire il vero è rimasta anche l’unica ipotesi sul piatto: il Comune è l’ente locale più vicino a questi interventi, e considerato il discreto livello di irregolarità diffuso sul patrimonio edilizio, si alzerebbe la probabilità di accertamento fiscale e recupero fiscale derivante da irregolarità contenute in pratiche edilizie. L’incentivo al “controllo comunale” andrebbe in direzione opposta ai profili di danno erariale “collaterale” desumibile dall’inerzia serbata verso le CILAS.
Peraltro, tutto questo si sta innestando col pressing del MIT ad emanare un nuovo decreto legge di pacificazione Salva Casa” per difformità edilizie, escludendo gli abusi; per come si sta profilando, potrebbe fare il solletico e rivelarsi inutile o insufficiente a regolarizzare la situazione generale. Vediamo allora cosa ci riserverà questa conversione in legge, e di raschiatura del barile.
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CARLO PAGLIAI, Ingegnere urbanista, esperto in materia di conformità urbanistica e commerciabilità immobiliare
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