Inammissibile ridurre la volumetria demolendo porzioni di edificio per rientrare nei limiti di volume imposti dai condoni
Sembra di essere di fronte a una nuova “frana di Agrigento”, quale evento certificatore di un fallimento lungo decenni, proprio come avvenne con la Legge ponte n. 765/67. E questo problema su Milano è proprio figlio di una disciplina urbanistica rimasta volutamente piantata nel 1967, dimostrando incapacità o disinteresse (o entrambi) sulla materia del legislatore, di tutti i colori e varianti politiche. Pianificare o anticipare i problemi non piace, soprattutto in una materia complessa e impattante come il governo del territorio. Al netto delle possibili soluzioni, che vanno assolutamente trovate su questa vicenda, ho il sentore che a livello politico ci sia un conflitto elettrico: abbiamo Destra e Sinistra legati per mani e piedi a vicenda, per salvare reciprocamente alcuni propri interessi ben noti.
O alzano la posta in gioco, portando ad un livello più ampio di condono edilizio per tutti, oppure si salverà solo questa storiaccia, magari aprendo alla riforma di una nuova legge 1150/42.
Se però la dovete fare con lo stesso stile della “Doppia Conforme” lasciate proprio stare. Intanto resterò vigile sulla vicenda, perchè siamo alle soglie di un evento che segnerà in tutti i sensi la politica e normativa in materia urbanistica di questo Paese.
Tutti i diritti sono riservati – all rights reserved
CARLO PAGLIAI, Ingegnere urbanista, esperto in materia di conformità urbanistica e commerciabilità immobiliare
CONTATTI E CONSULENZE
Articoli recenti
- SCIA Ante 1977, irregolarità edilizie e verifica conformità (FAQ Salva Casa)
- Riforma TUE, riparte percorso con fase di consultazione aperta
- Ultimo titolo abilitativo e Stato Legittimo parzializzato con Linee guida Salva Casa
- Linee Guida Salva Casa: analisi webinar
- FAQ Salva Casa pubblicato il testo MIT
- Anticipazioni FAQ Salva Casa: commento video