Silenzio serbato su irregolarità edilizie note al venditore configura ipotesi di reato di truffa
Merita dovuto approfondimento relativo ai possibili costi derivanti da indagini immobiliari richieste per rispondere con sufficiente grado di precisione ai dettami della normativa. Si parte da un punto fermo: a prescindere dall’entità e tipologia edilizia, le verifiche immobiliari vanno svolte come si deve, senza omissioni e cialtronerie. Anche un piccolo box auto situato sul tergo dell’abitazione non merita di essere ignorato o sottovalutato: non è consigliato limitare le ricerche sulla base dell’apparente tenuità, perché il committente non gradirebbe scoprire a posteriori che tale manufatto risulti illegittimo in tutto o in parte.
Il punto è un altro: premesso che le ricerche vanno svolte diligentemente a prescindere dalla configurazione del manufatto, quanto farle pagare al committente, considerato il regime di divieto di tariffe minime? Una risposta potrebbe essere ricercata in quelle convenzioni ordinistiche bilaterali stipulate su base provinciale, per le quali più volte l’Autorità Antitrust ha segnalato il loro contrasto al regime di libero mercato e libera contrattazione.
Per mio conto è opportuno ribadire quanto già noto ai Professionisti Tecnici: la parcella dell’incarico va commisurata ai diversi parametri di complessità, durata e responsabilità connessa. Se dovessi entrare nel merito delle responsabilità dei Tecnici, a qualcuno inizia a tremare la mano del mouse.
I professionisti tecnici farebbero bene a comparare le proprie responsabilità, complessità di incarico e durata (anche per anni in caso di regolarizzazione) a quello degli agenti immobiliari: quest’ultimi applicano un termine di percentuale al valore dell’immobile oggetto di trattativa, ed è giunto il momento che i Tecnici si adeguino allo stesso criterio parametrico. Se il lettore ha ben compreso la difficoltà e l’entità delle ricerche da svolgere, credo che converrà su un suggerimento di massima:
- Percentuale del valore, variabile dallo 0,7% al 2%;
- Un minimo pari a 3.500 euro;
Coloro che fanno indagini urbanistico-edilizie e catastali, e attestazioni asseverate di Stato Legittimo entro tolleranze a cifre risibili come 300 euro, evidentemente non sanno cosa rischiano in senso di responsabilità, oppure non hanno la minima idea di cosa stanno facendo. Mi si dovrà perdonare questa presupponenza, figlia di anni di ricerca e specializzazione, ma è spesa a fin di bene nei confronti dei colleghi che operano nel settore. In quanto progettisti abituati a valutare e quantificare i rischi di beni altrui, è essenziale diventare capaci di quantificare il proprio rischio.
È chiaro che il committente storcerà il naso rispetto ad un importo non trascurabile: capisco benissimo che dal suo punto di vista si troverà una fattura di notevole importo in più, come se dovesse pagare virtualmente un altro agente immobiliare. Tuttavia anche il cliente deve accettare di essere entrato nell’epoca di Stato Legittimo, che le verifiche sono divenute obbligatorie e che un diligente professionista vorrà vedersi riconoscere il dovuto.
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CARLO PAGLIAI, Ingegnere urbanista, esperto in materia di conformità urbanistica e commerciabilità immobiliare
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