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Spesso alcuni studenti e neolaureati di Pianificazione territoriale e urbanistica mi pongono una domanda:

Carlo, ma secondo te quanti Urbanisti servono in Italia ?

So bene che dietro a questa domanda in verità se ne nasconde un’altra, ovvero se vi siano reali prospettive di lavoro per svolgere la libera professione di urbanista.

Vorrei rispondere al quesito provando a fare la classica “stima a spanna”. In linea di massima, per l’urbanista “tradizionale” in Italia ha i seguenti potenziali committenti, praticamente enti pubblici.

  • 8047 Comuni, di cui però è in atto una sorta di revisione amministrative attraverso le unioni o fusioni di questi;
  • 110 Province, includenti nel computo anche le province regionali della Sicilia, le province autonome di Trento e di Bolzano, le 10 città metropolitane; eccezion fatta per la Regione Valle d’Aosta che assolve anche le funzioni provinciali;
  • 20 Regioni, di cui quindici a statuto ordinario e 5 a statuto straordinario;

Totale = 8047 + 110 + 20 = 8.177 enti pubblici

Errore! Le Province sono in corso di abolizione; ma per approssimazione in eccesso, ignoriamo questo aspetto.

A questo punto mi viene da pensare una cosa: quali requisiti vi sono per poter ottenere incarichi di pianificazione urbanistica da simili enti pubblici ? Più in alto sono e peggio sarà.

In diversi bandi di concorso, astenendomi quindi dal partecipare, quelli più “prestigiosi” sembrano “sospettosamente” cuciti addosso a “qualcuno”.
Non ti sarà sfuggito quante virgolette ironico-sarcastiche ho inserito nella frase precedente….

Uno fra questi, per esempio, imponeva come condizione alla presentazione della candidatura diversi requisiti da possedere contemporaneamente:

  • fatturato oltre 200mila €/anno;
  • aver fatto oltre 10 Piani Regolatori negli ultimi 5 anni;

Magari, già che c’erano potevano anche specificare meglio aggiungendo “alto, basso, moro, con gli occhiali”, o magari mettere direttamente un codice fiscale.

Un momento: chiarisco che l’articolo è scritto in forma sarcastica perchè rivolto a chi muove i primi passi in un settore parecchio chiuso.

Mi domando quindi come possano emergere i novelli Renzo Piano o Leonardo da Vinci da queste condizioni aride.

Ma andiamo avanti nella stima degli urbanisti necessari.

Attento: per urbanista oggetto di stima non intendiamo il collaboratore che passa notti insonni a fare GIS e SIT, schede o quant’altro conto terzi, ci si riferisce piuttosto all’UrbanStar, la mente che coordina l’ufficio di Piano o il gruppo di lavoro.

Conosco colleghi urbanisti che indicativamente gestiscono più o meno un volume annuo di 5 incarichi di pianificazione, attraverso il proprio entourage composto di collaboratori e professionisti specialisti.

Occorre inoltre considerare che:

  • una fetta di questi enti pubblici, soprattutto i Comuni, costituiscono un proprio ufficio di Piano, da reputarsi nel 20%.
  • mediamente, sia per leggi regionali sia per normali assestamenti normativi, questi enti pubblici devono aggiornare i piani ogni 5 anni;

8.177 : 5 anni = 1635,40 approssimato a 1635 all’anno.

Considerata la media che ogni urbanista “senior” possa gestire 5 progetti all’anno, si arriva a:

1635 Piani all’anno : 5 piani/urbanista = 327 urbanisti all’anno

Questi sono i numeri scaturiti da una mia opinione; ognuno si faccia poi la propria opinione.

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carlo pagliai

CARLO PAGLIAI, Ingegnere urbanista, esperto in materia di conformità urbanistica e commerciabilità immobiliare
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