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E’ assai diffuso l’utilizzo per fini giudiziari, da una parte o dall’altra, di immagini tratte dai principali portali come Google o Bing & co. 

Il loro uso tuttavia, non essendo normato, può apparire incerto e non sufficiente ai fini probatori e prescrizionali nei reati edilizi.

A prescindere dalla validità degli scatti satellitari pubblicati da Google Maps, in ambito giudiziario potrebbero essere oggetto di forte contestazione da ambo le parti.

Al reo di abuso edilizio potrebbero essere utili per far valere i termini di prescrizione del reato edilizio, cercando quindi di dimostrare l’esistenza dell’abuso oltre un certo periodo/anno/giorno indicato dalle immagini del portale.

All’organo di vigilanza e repressione dell’abuso potrebbe avere interesse a dimostrare un certo stato di avanzamento ad una certa data/soglia temporale, non solo per gli stessi motivi del reo (in maniera opposta) ma anche per avere immagini dello stato anteriore all’opera.

” La normativa è pressoché labile o assente in materia, pure la giurisprudenza sta muovendo i primi timidi passi “

Resta il fatto che a leggere antefatti e conclusioni di alcune sentenze, oltre a rimanerne stupefatti per i casi, viene da sorriderci sopra.

Segnaliamo alcune recenti sentenze:

  • Cassazione Penale sez. 3 n° 6264/2011
  • Cassazione Penale sez. 3 n° 45736/2012
  • Cassazione Penale sez. 3 n° 51423/2014
  • TAR Campania 6118/2014

Sintetizzandole, da esse emerge che alcuni uffici tecnici comunali hanno utilizzato tra i propri oggetti di contestazione le foto satellitari di Google Maps, addirittura per ricercare lo stato antecedente ad una sopraelevazione (Google Streetview) e lottizzazioni abusiva.
In un caso il dibattimento ruota attorno alla presenza di un abuso tra il 2005 e 2007 per dimostrare sopravvenuta prescrizione.

In tutti i casi, tranne quello del TAR Campania, non vi è stata contestazione alcuna da ambo le parti circa l’uso o l’inidoneità/attendibilità delle foto “google earth”; in quel caso specifico (condivisibile) il Tribunale ha ritenuto non idonea tale documentazione in quanto non aventi data certa.

A mio modesto parere occorrerebbe precisare:

Punto 1.
la data non è certa se l’immagini è estrapolata dal normale sito di Google Maps, tuttavia facendo una formale richiesta alle competenti agenzie satellitari o aziende che hanno in concessione l’uso di tale materiale, la data diventa certa in via formale.
Se non ci si fida di un satellite artificiale inviato dalla NASA, ma di chi ci si deve fidare?

Punto 2.
Resta preferibile utilizzare questo materiale Google, Bing & Co. come forte elemento indiziario soprattutto inserito in una più approfondita ricerca presso gli enti istituzionali deputati e competenti, in modo da costituire un quadro dimostrativo o un valido impianto accusatorio.


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CARLO PAGLIAI, Ingegnere urbanista, esperto in materia di conformità urbanistica e commerciabilità immobiliare
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