Introdotta possibilità di ridurre altezze minime fino a 2,40 m mediante ristrutturazione
Permane la credenza che il condono edilizio sia aperto come una normale procedura
Alice nel Paese degli abusi edilizi crede giustamente che ogni giorno sia quello giusto per condonare tutto
Assuefazione da condono.
E’ l’unico slogan che mi viene a mente in questo assolato pomeriggio agostano.
Mi trovo sulla costa livornese, in Toscana, dove interseco la pausa feriale con la connessione digitale lavorativa “H24”.
Conversando coi gestori balneari locali e nuove amicizie sovvenute per l’occasione, emerge sempre una ferrea convinzione:
“Ma si può condonare questa cosa, vero?”
L’assuefazione a sanatorie di ogni tipo, sparate con certa frequenza sui normali mezzi stampa, ormai è divenuta genetica.
Il condono è ritenuto il “bomba libera tutti” che si rende necessario in un contesto in cui pochi rispettano i criteri di legalità.
In un paese di 100 disonesti e un quattro onesti, puoi solo pianificare condoni ex post, e non leggi ex-ante.
Puntualmente ci tocca spiegare che spesso si tende a confondere o invertire le procedure di condono con quella di sanatoria edilizia.
Il condono edilizio è una procedura straordinaria, ne abbiamo avuti tre (per ora) nel 1985, 1994 e 2003.
La sanatoria edilizia invece è una procedura sempre attiva e “stabilizzata” con la prima legge sul Condono edilizio n. 47/85, una delle poche norme a mio avviso lungimiranti.
Provo a dare una spiegazione “da bar” sulle differenze tra le due procedure:
- condono edilizio: hai commesso un peccato grave per il quale se tu avessi chiesto il permesso, mai lo avresti potuto ottenere; adesso dici quattro Ave Maria, due pater nostro, sganci trenta denari di oblazione e pertanto, in via del tutto straordinaria, ti concedo un Giubileo edilizio considerando legittimato e perdonato il tuo peccato;
- sanatoria edilizia: hai commesso un peccato grave per il quale se tu avessi chiesto contemporaneamente il permesso ad oggi e a quando lo hai compiuto, lo avresti potuto ottenere regolarmente; adesso dici otto Ave Maria, sette pater nostro, sganci centocinquanta denari di oblazione e se fai il bravo, ti considero tutto a posto;
Ironia a parte, è sempre difficile far capire ad un tecnico che il condono edilizio è una procedura straordinaria e che ad oggi non è più aperta; ancora più difficile far capire che l’altra procedura di sanatoria spesso si traduce come un enigma rompicapo da vincere contro la più perfida ragnatela tessuta dalla Burokrazia.
Una roba tipo cercare di ottenere il “Lasciapassare A 38” nel celebre cartone animato Asterix e Obelix.
VIDEO BONUS su YouTube:
– come condonare un immobile parte 1
– Come condonare un immobile parte 2
Capisco benissimo quindi le facce di una quota parte di committenza quando ti guarda e ti congeda con una frase tipica:
“va bene, ci penseremo sù”. E ciò significa che ci penseranno ad oltranza.
Fino a quando non sentiranno il prossimo odore di condono edilizio al TG.
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CARLO PAGLIAI, Ingegnere urbanista, esperto in materia di conformità urbanistica e commerciabilità immobiliare
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