Trasformare superfici autorizzate come accessori e senza permanenza di persone si configura come ampliamento volumetrico residenziale entro sagoma
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I manufatti destinati a soddisfare bisogni non temporanei rientrano nelle categoria soggetta a Permesso di Costruire
Distinguere i manufatti precari da quelli permanenti è difficile, soprattutto perché i criteri applicati sono spesso distorti e fraintesi per vari motivi.
Partiamo da una fattispecie oggetto della sentenza di Cassazione Penale n. 44955/2019, relativa a tre gazebi, ciascuno a pianta quadrata di 23 mq di superficie, provvisti di ruote e posizionati a servizio dell’attività commerciale.
Essi non possono essere considerati come arredi esterni secondo l’art. 6 comma 1 D.P.R. 380/01, e non rientrano neppure nella definizione indicata nel Glossario per l’edilizia libera: infatti lo stesso Glossario prevede che il gazebo sia qualificabile come opera libera se possiede <<limitate dimensioni e non stabilmente infisso al suolo>> (Cass. Pen. n. 54692/2018).
Inoltre occorre aggiungere che i manufatti precari non devono essere riconducibili a nessuna delle tipologie rientranti nella definizione di “nuova costruzione” di cui all’art. 3 comma 1 lett. e) D.P.R. 380/2001.
A tale scopo esiste la lettera e.5 dell’art. 3 comma 1 D.P.R. 380/01, con cui sono descritti i manufatti leggeri, anche prefabbricati, e strutture di qualsiasi genere che costituiscono comunque nuova costruzione, quali:
- roulottes;
- campers;
- case mobili;
- imbarcazioni;
Invito a leggere la stessa definizione integrale, che qualifica comunque ogni manufatto (strutture di qualsiasi genere) che siano utilizzati come abitazioni, ambienti di lavoro, oppure come depositi, magazzini e simili.
Da questa dicitura emerge chiaramente che l’utilizzazione funzionale è comunque sufficiente per far inquadrare il manufatto come costruzione.
La distinzione passa dalle caratteristiche oggettive di non precarietà
L’unica eccezione che conferma la regola è riservata ai manufatti che siano diretti a soddisfare esigenze meramente temporanee o siano ricompresi in strutture ricettive all’aperto per la sosta e il soggiorno dei turisti, previamente autorizzate sotto il profilo urbanistico, edilizio e, ove previsto, paesaggistico, in conformità alle normative regionali di settore.
Lo scopo della norma è distinguere (davvero) nei manufatti il carattere e utilizzo precario da quelli che invece prevedono una stabile utilizzazione, cioè non transitoria.
Nella nozione giuridica di “costruzione” vi rientrano tutti i manufatti che comportano trasformazione urbanistica ed edilizia del territorio comunale e modificano lo stato dei luoghi, in quanto oggettivamente privi del carattere di assoluta precarietà. Essi sono potenzialmente destinati a perdurare nel tempo, e a nulla rileva la tipologia delle opere murarie, materiali e tecniche costruttive, tanto meno la modalità con cui è assicurato la stabilità al suolo.
Infatti la stabilità non va confusa con l’irrevocabilità della struttura, o con la perpetuità della funzione ad essa assegnata dal costruttore, ma si estrinseca nell’oggettiva destinazione dell’opera a soddisfare un bisogno non temporaneo (Cass. Pen. n. 44955/2019, 9138/2000).
Alla luce di tutto, si definiscono manufatti non precari quelli capaci di soddisfare esigenze permanenti, e vanno considerati come idonei ad alterare lo stato dei luoghi, con un sicuro incremento del carico urbanistico.
A nulla rileva la precarietà della struttura, la sua rimovibilità e l’assenza di opere murarie.
Il manufatto non precario è destinato ad un utilizzo reiterato nel tempo, andando oltre l’utilizzo per fini contingenti (Cons. di Stato n. 2842/2014).
La caratteristica di precarietà non si desume dalla temporanea destinazione assegnata dal soggetto interessato, ma dalla intrinseca destinazione materiale dell’opera ad un uso realmente precario e temporaneo per fini specifici, contingenti e limitati nel tempo, con conseguente possibilità di successiva e sollecita eliminazione, non risultando, peraltro, sufficiente la sua rimovibilità o il mancato ancoraggio al suolo (Cass. Pen. n. 24149 /2019).
Maggiori spunti sul regime di Edilizia libera puoi ascoltarli nel podcast:
Tutti i diritti sono riservati – all rights reserved
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CARLO PAGLIAI, Ingegnere urbanista, esperto in materia di conformità urbanistica e commerciabilità immobiliare
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