Norme di interpretazione autentica pensate per sbloccare la paralisi dei cantieri di Milano
Molti non sanno accettare di avere un problema senza soluzione.
L’urbanistica è pesantemente inquinata dalla Burokrazia, fin qui niente di nuovo.
Sovvertiamo il classico motto “il cliente ha sempre ragione”, sopratutto quando il cliente non detiene un profilo personale di livello “alto”.
Mi riferisco al classico momento in cui ogni professionista deve tirare le fila e le conclusioni verso il quesito del committente, e mi riferisco alle fattispecie assai complesse.
In particolare mi riferisco ai casi in cui emerge che il principale responsabile del problema sia il committente stesso, vuoi perchè “birichino” e vuoi perchè inconsapevole (non uso volutamente il termine ignorante).
Diventa veramente difficile spiegare e far capire al committente che quel suo piccolo “abuso” non può essere risolto, perchè dall’attuale groviglio normativo non passa un granello di sabbia.
Non c’è sanatoria o condono che possa risolvere il suo problema. E come al gioco di carte dell’Uomo Nero, ti resta in mano la carta più sgradita: la demolizione.
Oltre alla non soluzione, si aggiunge il costo della consulenza (sgradita) al committente.
Costui, dopo aver combinato il guaio non accetta il fatto che il professionista non sia stato capace di tirare fuori un incantesimo dal proprio cilindro.
E ovviamente sotto l’onda della frustrazione, non intende pagare l’onorario oppure sistematicamente lo autoriduce, anche di fronte ad un preventivo accettato e sottoscritto; preventivo che non è fondato sul raggiungimento del risultato “soluzione al problema”, bensì alla sola diagnosi.
Ebbene Lor signori, sappiate che noi tecnici non siamo stregoni dell’urbanistica o la fata turchina dei porci comodi vostri.
Dovete accettare l’idea che ci siano alcuni wicked problems, ovvero problemi senza soluzione.
Essi esistono in ogni campo, dalla Medicina al Diritto, e perfino nella matematica.
Non credo che andiate dai medici a fare la stessa manfrina. Almeno così mi voglio augurare.
Quindi imparate ad assumervi un briciolo di responsabilità e ad accettare le conseguenze, perchè come professionisti tecnici non abbiamo colpe se il Legislatore non ha riservato soluzioni in serbo per voi.
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CARLO PAGLIAI, Ingegnere urbanista, esperto in materia di conformità urbanistica e commerciabilità immobiliare
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