Estesa ancora la possibilità di allungare i termini di inizio e fine lavori edilizi previsti dal D.L. 21/2022 "Ucraina"
Circa quindici anni la proliferazione di centri commerciali gettò in crisi i Centri storici; ora la tecnocrazia rovescerà tutto.
Fino agli Ottanta in Italia i centri commerciali come i Mall anglosassoni non erano minimamente diffusi, poi dagli anni Novanta iniziò la loro diffusione sulla Penisola
Ricordo ancora un vecchio articolo che pubblicai il 2 novembre 2004 su un giornale locale (cartaceo) in cui sostenevo che l’apertura di un certo progetto di centro commerciale avrebbe comportato il declino del quasi millenario centro storico, caratterizzato da una fittissima rete di piccoli esercizi commerciali.
I centri commerciali, impostati come “mall” (scatole chiuse) dei paesi anglosassoni e nord europa, si diffusero in maniera esponenziale a partire dagli Anni Novanta per raggiungere il culmine nella prima del terzo millennio.
Il mall, tanto per capirsi, è la struttura “chiusa” che si vede spesso nei cartoni animati dei Simpson; se facciamo attenzione è un modello di grande distribuzione che era già documentato anche nei film anni Settanta ambientati negli Usa. Questo per dire (e ribadire) di quanto l’Italia sia come al solito arretrata rispetto ad altri.
Praticamente mentre da noi questo fenomeno urbanistico iniziava a toccare il picco massimo, negli altri paesi più avanzati dell’Italia aveva già preso inizio il fenomeno del “Demalling”, vale a dire l’entrata in crisi del mall, il centro commerciale.
Il fenomeno del Demalling, già avviatosi nei paesi più avanzati, molto presto inizierà a sfoderare i suoi poderosi colpi anche da noi (non dite poi che non l’avevo detto).
NE PARLO IN QUESTO VIDEO:
Le cause di questo fenomeno di Demalling in arrivo ? La tecnologia e la Tecnocrazia.
Interi segmenti del commercio si stanno spostando verso l’E-commerce e verso i giganti del commercio online.
Amazon, Zalando e perfino alcuni “grandi marchi” hanno iniziato a vendere direttamente online, operando una connessione diretta tra domanda e offerta, rendendo inutile tutta la catena di intermediari tradizionalmente interposti.
Alcuni di questi portali di E-commerce consentono consegna a domicilio gratuita a prescindere dal volume di acquisto, e garantiscono la restituzione senza condizioni entro certe settimane, sempre gratuitamente.
Di fronte a queste condizioni, non solo il piccolo negozio è messo male, ma anche i centro commerciali della grande distribuzione avranno breve vita.
Persino Mc Donald’s sta lavorando per la consegna a domicilio.
Quindi è assai probabile che i centri commerciali in Italia nel giro dei prossimi dieci anni inizierà un consistente periodo di declino e chiusura, i cui segni si possono già intravedere con l’accellerazione del ricambio dei negozi al loro interno. A breve seguirà la graduale chiusura delle singole attività situate all’interno dei centri commerciali.
In sostanza, si ripeterà la stessa dinamica di declino che si è manifestata nei centri storici. Soltanto, sarà molto più veloce: la Tecnocrazia non ha tempo da perdere e va parecchio di fretta.
Voglio chiudere con un “tuttavia”: i piccoli esercizi, se iniziano ad operare buone scelte di marketing e specializzazione, avranno modo di risorgere dalle loro ceneri reinventandosi metodi, prodotti e servizi.
Ne riparleremo tra pochi anni.
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CARLO PAGLIAI, Ingegnere urbanista, esperto in materia di conformità urbanistica e commerciabilità immobiliare
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