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Purtroppo l’urbanistica e il costruito rispecchiano fedelmente la prevalente cultura italiana.

Se proprio cerchiamo un “colpevole” da impalare, va individuato nel Sistema che ha portato a tutto ciò, e quindi in tutte le sue componenti.

L’ignoranza generale e la trasversale incapacità di saper dare il giusto valore alle cose ha portato a costruire un patrimonio edilizio postbellico non particolarmente idoneo in campo sismico.

Prendiamo ad esempio dal Giappone: a prescindere dal fatto che buona parte delle loro città fu distrutta dalla II° Guerra mondiale, anche loro hanno avuto espansioni edilizie come le nostre, tuttavia il loro edificato non ha subito danni rilevanti neanche di fronte ad eventi altamente distruttivi (Tsunami e Fukushima permettendo).

Questo è un breve filmato in cui parlo dell’evento:

Storia e sviluppo urbano di Amatrice

Lo sviluppo dell’insediamento urbano di Amatrice ha una lunga storia che, secondo Wikipedia, trae origini fino al periodo preromano, per poi attraversare tutte le successive epoche fino ai giorni nostri.

Appare da subito evidente il centro storico, caratterizzato da un tessuto edilizio ad altissima densità e riconoscibile nelle foto aeree ante sisma.
La forma dell’insediamento, somigliante ad un esagono irregolare, deriva da un impianto di incastellamento strutturatosi linearmente attorno alla principale strada di crinale della collina, su cui l’antico nucleo fu realizzato per una migliore difesa militare castellana.

Nel 1954 la sua tessitura storica appare testimoniata nella foto aerea IGM
(consulta l’immagine al centro)

Mentre nel 1984 la conformazione urbanistica di Amatrice sembra aver assunto praticamente quella attuale
(consulta l’immagine)

Il tessuto storico del paese era stato realizzato con materiali e tecniche tipiche del luogo, prevalentemente con murature in pietrame, ciottolami, laterizi e malte (per strutture in elevazione) e legname/ferro o sistemi voltati (per solai e orizzontamenti), questo in linea generale; dalle immagini si sono notati anche collassi strutturali di edifici realizzati nel Dopoguerra, e in particolare collassi e lesioni gravi si sono presentati anche in edifici con ossatura in cemento armato.

Per una migliore comprensione dell’entità distruttiva dell’evento, si passa al punto successivo:

Sintesi del danneggiamento sismico centro storico

Facendo attenzione all’edificato posto nel centro storico di Amatrice, si può notare che eccettuato alcune costruzioni, buona parte degli edifici è letteralmente collassato o subito gravi danni.

Mappa interattiva danni edifici →

Amatrice

Censimento edifici danneggiati – Fonte: Overpass-turbo.eu [1]

Purtroppo le immagini dei mass media testimoniano il fallimento di alcune strutture in cemento armato realizzate oltre una certa epoca, e quel che è peggio la totale inutilità di certi interventi di “adeguamento” o miglioramento strutturale, il più ricorrente riguarda il rifacimento della copertura in cemento armato su murature miste, vecchie e preesistenti, praticamente inutili.

Verità o leggende sulle colpe e cause

Purtroppo di fronte a circa 300 morti occorre stare in assoluto silenzio. Altrettanto purtroppo sui social si assiste alla tradizionale carnevale delle arance tra diversi “esperti strutturisti dell’ultim’ora”.
Sullo stato attuale dell’Ingegneria Sismica in Italia sottoscrivo a piene mani quanto ha già pubblicato il collega Ing. Braian Ietto, evitando di dilungarmi su questo aspetto.
Vorrei aggiungere che in Italia ci sono stati tre condoni edilizi, che hanno consentito nella stragrande maggioranza dei casi di sorpassare la sicurezza strutturale con la famigerata “idoneità statica”.

APPROFONDIMENTO: AntiSismica: quello che abbiamo e quello che ci manca

La prevenzione attraverso le regole del Buon costruire

C’è un aspetto affrontato da Braian che vorrei approfondire.

Il buon risultato costruttivo non dovrebbe essere imposto da norme, ma raggiunto dal comune buon senso e cultura generale.

Senza rischio di fare generalizzazioni, oggi purtroppo il settore edilizio è caratterizzato da alcune criticità al contorno

  • crisi e scarsità economica;
  • scarsa capacità di attribuire valore alla migliore edilizia da parte di tutti;
  • scarsa cultura generale di pianificazione e lungimiranza;
  • committenza educata al massimo risparmio;
  • serietà dei professionisti tecnici, in parte piegata ai punti precedenti e abituata a posizionarsi appena sopra il minimo normativo;
  • mancanza di efficaci verifiche in sede esecutiva e post opera;
  • lavori pubblici con ribassi inauditi, e corruzione;

Permettetemi una piccola dimostrazione con le APE a basso costo: la committenza, mentre ti sfoggia spudoratamente automobili da 50mila €, cellulari da 700 € e quant’altro, ormai “pretende” le certificazioni energetiche a 30 € o poco più.

Secondo voi, in un Italia culturalmente ignorante e menefreghista, c’è da stupirsi che ciò non sia successo anche sulle strutture?
Temo di sì.

Ricostruzione post sismica e soluzioni future

La normativa urbanistica italiana spesso è figlia dei disastri e calamità, raramente si è rinnovata per lungimiranza politica.

Puntualmente nei primi giorni post sisma si presentano le solite proposte “miracolose” in grado di poter evitare il ripetersi del problema, e sono le seguenti:

  • introduzione obbligatoria del Fascicolo di Fabbricato come indagine diagnostica;
  • agevolazioni fiscali per ristrutturazioni edilizie strutturali;
  • revisionare la normativa antisismica, con NTC sul patrimonio edilizio esistente più elastica;

Sono adempimenti e azioni che potrebbero rivelarsi efficaci, non c’è dubbio; i dubbi li riscontro nelle condizioni al contorno già illustrate poc’anzi.

Citando ancora a piene mani Braian Ietto, concordo nel sostenere che:

Professionisti capaci: ne esistono e sono anche tanti, ne conosco ogni giorno. Abbiamo la professionalità per far del bene al nostro paese. Purtroppo oggi l’unica discriminante è il costo e così questi professionisti sono assolutamente fuori mercato.

Posto quanto sopra, il dibattito nazionale si sta già spostando sulle due politiche ricostruttive in sede urbanistica:

  • ricostruzione fedele, dov’era e com’era;
  • edificazione adiacente al centro storico, la “new town“;

La migliore soluzione dovrebbe essere una ricostruzione tesa a ripristinare il costruito nella migliore maniera possibile, ovviamente rispettosa dei nuovi criteri antisismici; sembra che sia la strada scelta dalla politica, e non sarà per niente facile.
La ricostruzione dei centri storici, in particolare la ricostruzione filologica di certi edifici di pregio storico, rappresenta la massima sfida a cui l’Italia e la comunità locale è chiamata a rispondere.

A livello locale il compito è tutt’altro che facile e poco invidiabile.

estratto cartografia del Piano paesaggistico reg. Lazio

regione lazio

A livello nazionale il problema della vulnerabilità sismica del patrimonio edilizio esistente si presenta su due ambiti:

  • edifici centri storici: difficilissimi da adeguare strutturalmente, al massimo migliorabili e consolidabili in maniera tale da conferire un maggior grado di sicurezza, capace di consentire una fuga degli abitanti.
    I limiti al loro possibile adeguamento derivano da:
    – costi notevoli;
    – oggettive difficoltà tecniche e cantieristiche;
    – possibili stop provenienti da Sovrintendenze;
    – imprevisti di natura geologica;
    – composizione sociale abitativa tutt’altro che agiata e composta da etnie diverse
    – regime condominiale per ripartizione spese;
  • edilizia post bellica: adeguabile a certe condizioni, ove consentito sarebbe preferibile perseguire e incentivare la strada della sostituzione edilizia o con demolizione e fedele ricostruzione.
    Con questa strategia si otterrebbero edifici con elevate prestazioni antisismiche, termiche, acustiche e di qualità abitativa; stessi obbiettivi non sono ottenibili di fronte a strumenti urbanistici intestarditi che impediscono la manomissione delle attuali sagome planivolumetriche.

In via conclusiva penso che la normativa urbanistica, e tutti i suoi aspetti settoriali come Paesaggistica e Strutturale, possa e debba prendere l’occasione di essere seriamente revisionata con intelligenza e lungimiranza di fronte a questa ennesima calamità naturale.

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CARLO PAGLIAI, Ingegnere urbanista, esperto in materia di conformità urbanistica e commerciabilità immobiliare
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Note e riferimenti:

[1] sito web http://overpass-turbo.eu/

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