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In alcune circostanze può prevalere l’autodichiarazione del proprietario se permane un significativo dubbio per ragioni tecniche.

La banca dati aerofotogrammetrica relativa all’intero territorio nazionale non ha una produzione uniforme e diffusa per cronologia, qualità e tecniche di produzione.

In altre parole esistono molte banche dati prodotte e gestite da enti pubblici, e quelle invece di natura privata.

Spesso si ricorre all’acquisizione di aerofoto per accertarsi se una certa consistenza edilizia era presente o meno ad una certa data, per dimostrare il diritto a presentare l’istanza di sanatoria e condono edilizio.

Lo scopo è di poter esibire una valida periodizzazione del manufatto edilizio, sulla sua realizzazione o variazioni realizzando una sorta di cronistoria evolutiva.

L’elevata diversità e disomogeneità delle banche dati aerofotogrammetriche spesso ci mette di fronte al fatto che le foto relative a certi periodi o soglie giornaliere siano scarse o assenti.

O peggio ancora, che esse siano di qualità insufficiente per validare con certezza l’esistenza dal manufatto.

Certezza che va espressa oltre ogni…ragionevole dubbio, mi si passi il termine. Come risolvere questo tipo di incertezze?

Ci sono diverse criticità da valutare insieme.

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Qualità e tipologia del volo aerofotogrammetrico possono rendere impossibile esprimersi con scientifica certezza.

A volte la consistenza del manufatto oggetto di sanatoria o condono edilizio non è visibile dalla semplice visione monoscopica di una aerofoto.

E a volte, dimensioni e scarsa illuminazione rendono poco leggibile il manufatto.

In questi casi estremi, e neppure rari, si cerca di sopperire con ingrandimenti consecutivi, che però sgranano l’immagine rendendola di cattiva definizione, e perciò di difficile lettura e scarsa attendibilità.

Vorrei illustrarti la fattispecie di cui alla sentenza del Consiglio di Stato n. 2363/2019 relativa alla regolarizzazione di una piccola veranda.

[Post]: da balcone a veranda, occorre Permesso di Costruire.

[Video] VERANDA quale modifica di prospetto.

Il ricorso all’acquisizione di aerofotogrammetrie nel procedimento si era reso necessario per accertare o meno se la veranda fosse stata realizzata entro il 31 marzo 2003, data di ultimazione lavori imposta dal terzo Condono edilizio L. 326/2003. [Video approfondimento]

Il CTU si avvale di consulenza di azienda specializzata nel settore aerofotogrammetrico, facendo acquisire i fotogrammi a ridosso della data imposta dal Terzo condono, prendendo le foto scattate 21 febbraio 2003 e 9 luglio 2003, e successiva estensione di accertamento al 9 giugno 2004 per verificare ulteriori ampliamenti di essa.

Il CTU conclude le indagini riconoscendo l’impossibilità di stabilire con certezza la data di ultimazione del manufatto in questione.

Alla luce di questa oggettiva difficoltà e di incertezza, il Consiglio di Stato ha ritenuto opportuno attribuire maggior pregio all’autodichiarazione del soggetto richiedente il condono edilizio, attestante l’ultimazione della veranda entro il 31 marzo 2003.

La conclusione favorevole al proprietario è principalmente basata sull’incertezza di datazione del manufatto come anzi detto, e il lieve scarto di quattro mesi tra la data autodichiarata dal committente (sotto propria responsabilità penale) e quella approssimativamente individuata dal CTU.

Ma è solo un caso molto particolare…

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CARLO PAGLIAI, Ingegnere urbanista, esperto in materia di conformità urbanistica e commerciabilità immobiliare
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