Norme di interpretazione autentica pensate per sbloccare la paralisi dei cantieri di Milano
Immutato il Titolo V, il governo del territorio rimane imprigionato nel regime di legislazione concorrente
L’urbanistica rimane quindi “federalista” all’italiana
L’esito negativo espresso dagli elettori italiani al referendum confermativo della riforma costituzionale comporta diverse conseguenze.
Sul piano del governo del territorio succede una cosa importante: non succede niente!
Mentre poche settimane fa il Governo, dopo due anni di lavoro, emanava due importanti decreti attuativi sul Regolamento Edilizio Tipo e sulla semplificazione dei procedimenti autorizzativi edilizi ‘Scia 2’, due giorni fa il popolo italiano ha espresso il proprio diniego ad una riforma costituzionale che avrebbe riportato l’urbanistica e il governo del territorio nell’ambito di esclusiva competenza dello stato.
In base all’esito, lo Stato continuerà a dettare i princìpi generali in questa materia mentre le Regioni approveranno leggi sulla base delle specificità territoriali.
Con tutti i problemi annessi e connessi che già conosciamo in ambito di conflitto costituzionale stato/regioni.
Persa quindi l’occasione di azzerare il famigerato Titolo V, adesso si pone un altro interrogativo: riusciranno a promulgare il tanto atteso decreto attuativo di semplificazione paesaggistica, posto che già aveva incassato pure il parere del Consiglio di Stato?
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CARLO PAGLIAI, Ingegnere urbanista, esperto in materia di conformità urbanistica e commerciabilità immobiliare
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