Cambiamenti funzionali, sociali e tecnologici hanno svilito gli insediamenti antichi fino al degradoa
Lo strumento urbanistico generale del Comune può essere integrato da strumenti operativi dettagliati
La storia normativa e la procedura per approvare il Piano Regolatore Generale del Comune trae origini dalla legge fondamentale urbanistica n. 1150/1942, pertanto il PRG diventa lo strumento tipizzato attraverso il quale viene disciplinato l’assetto del territorio, lo sviluppo insediativo e la densità abitativa.
IL P.R.G. comunale è uno strumento urbanistico di livello generale finalizzato a migliorare la composizione urbanistica degli insediamenti, e per pianificare la futura configurazione del territorio tramite apposite prescrizioni, norme e regole attuative in funzione dell’ambiente e popolazione insediata.
Ogni Piano Regolatore Generale comunale contiene al suo interno due “anime”, cioè le parti:
- programmatica e strategica;
- operativa o esecutiva;
La giurisprudenza amministrativa a tal proposito ha più volte concluso che si tratta di uno strumento di programmazione generale di un territorio di natura cd. “mista” con carattere prevalentemente di atto amministrativo (Cons. Stato n. 4911/2017, n. 9/1992).
L’esigenza di un piano particolareggiato si impone anche al solo scopo di creare un armonico raccordo con il preesistente aggregato abitativo, di potenziare le opere di urbanizzazione già esistenti e, quindi, anche alla più limitata funzione di armonizzare aree già compromesse ed urbanizzate, che richiedano una necessaria pianificazione della maglia e perciò anche in caso di lotto intercluso o di altri casi analoghi di zona già edificata e urbanizzata (Cons. di Stato n. 8204/2020, n. 2390/2020, n. 8469/2019, n. 2365/2018, n. 4200/2013, n. 1177/2012).
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Possiamo anche dire che il PRG comunale richiede ulteriori strumenti di dettaglio per disciplinare alcune porzioni di territorio, sopratutto quelle destinate a trasformazioni edilizie in ambito urbano. E’ per questo che la stessa legge fondamentale n. 1150/1942 introdusse il piano particolareggiato come strumento attuativo del PRG.
E in questi casi è il caso di ricordare che le normative regionali si sono impegnate molto a disciplinare la materia della pianificazione e governo del territorio, articolando in tanti modi gli strumenti urbanistici generali e attuativi del Comune; tuttavia nel prosegumento del post voglio mantenere l’analisi a livello generale e nazionale.
Tra i vari strumenti attuativi del Piano Generale, in genere vi rientra proprio il piano particolareggiato (o le diverse declinazioni in chiave regionale).
In dottrina e giurisprudenza la natura del piano particolareggiato o attuativo ha assunto progressivamente una funzione integrativa del P.R.G., più che meramente attuativa, finendo con il rappresentare esso stesso uno strumento urbanistico autonomo (Cons. Stato n. 4911/2017).
Nella giurisprudenza amministrativa più recente il piano particolareggiato viene individuato come strumento di concreta e definita sistemazione della struttura presente e futura dell’agglomerato edilizio (Cons. Stato n. 4911/2017, n. 407/1988, n. 330/1982), finendo quindi con l’assumere una funzione integrativa ed in un certo senso parallela rispetto al P.R.G.
In effetti dal testo dell‘art. 13 della L. 1150/42 si evince che il piano particolareggiato è un piano di dettaglio esecutivo specificato fino alla progettazione esecutiva.
Art. 13. – Contenuto dei piani particolareggiati.
Il piano regolatore generale è attuato a mezzo di piani particolareggiati di esecuzione nei quali devono essere indicate le reti stradali e i principali dati altimetrici di ciascuna zona e debbono inoltre essere determinati: le masse e le altezze delle costruzioni lungo le principali strade e piazze; gli spazi riservati ad opere od impianti di interesse pubblico; gli edifici destinati a demolizione o ricostruzione ovvero soggetti a restauro o a bonifica edilizia; le suddivisioni degli isolati in lotti fabbricabili secondo la tipologia indicata nel piano; gli elenchi catastali delle proprietà da espropriare e da vincolare; la profondità delle zone laterali a opere pubbliche, la cui occupazione serva ad integrare le finalità delle opere stesse ed a soddisfare prevedibili esigenze future. Ciascun piano particolareggiato di esecuzione deve essere corredato dalla relazione illustrativa e dal piano finanziario di cui al successivo art. 30.
Rapporto tra PRG e Piano Particolareggiato
Se il PRG è lo strumento generale, il PP è uno strumento attuativo di un più ampio strumento strategico generale (PRG): in altre parole il piano particolareggiato ha come presupposto l’esistenza del PRG, e non può essere uno strumento indipendente o autonomo dallo strumento generale.
Esiste un rapporto intercorrente tra essi: il piano attuativo di tipo particolareggiato prevede e disciplina con una scala di maggior dettaglio la modifica e l’assetto del territorio decisa dal P.R.G. comunale.
E’ per questo che anche la giurisprudenza amministrativa ha riconosciuto al Piano particolareggiato un ruolo di strumento attuativo esecutivo e addirittura valore di variante al PRG.
Certamente il Piano attuativo deve mantenere col PRG un chiaro rapporto di:
- coerenza
- congruenza
- conformità
Approvazione Piano Particolareggiato, anche in variante al PRG
Nel momento in cui si intendono apportare modifiche sostanziali al Piano Particolareggiato, e in particolare modifiche che superano le previsioni del PRG o si pongono in contrasto ad esso, si rende necessario apportare una variante al PRG.
Nei casi in cui si renda necessaria una variante generale al PRG per “assestarsi” ad una diversa impostazione/proposta di Piano Particolareggiato, viene attivata la normale procedura di variante al PRG, che potrebbe essere svolta come variante:
- generale, sull’intero territorio comunale;
- locale, relativa alla sola porzione interessata;
Questa esigenza emerge dall’obbligo di mantenere un rapporto di congruenza e conformità tra due strumenti urbanistici, uno subordinato all’altro, cioè il Piano Particolareggiato nei confronti del PRG comunale.
Tipologie di Piani e strumenti Attuativi
Da decenni esistono diversi strumenti attuativi, che si sono articolati sempre più sia per normative nazionali, sia regionali, elenco quelli più conosciuti:
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CARLO PAGLIAI, Ingegnere urbanista, esperto in materia di conformità urbanistica e commerciabilità immobiliare
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