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Una vera crescita professionale per la categoria, anche se nutro alcune perplessità


In questi giorni rimbalza la notizia sulla laurea triennale per geometri, un percorso abilitante da svolgersi presso le scuole superiori CAT (ex istituti tecnici per Geometri, ndr) coordinato dall’Università e in linea con le direttive europee.
Si tratta di una proposta presentata al Miur dal Presidente del Consiglio Nazionale Geometri e Geometri Laureati, Maurizio Savoncelli, che punta da una parte a istituire apposita laurea triennale avrebbe la classe L-7 – ingegneria civile e ambientale e di converso a far attribuire competenze professionali al “geometra laureato”, titolo introdotto dal famigerato DPR 380/2001.

La proposta concerneva questi punti fondamentali:

  • piano di studio (curricula) prefissati e uniformati, comprensivi di materie e contenuti congruenti con la classe di laurea (ingegneria civile ambientale) e caratterizzanti le competenze professionali tipiche dei geometri (topografia, catasto, estimo);
  • attivazione del corso di laurea presso gli Istituti Tecnici Costruzione Ambiente e Territorio (CAT) in continuità al percorso della stessa scuola superiore, previa apposita convenzione col CNGeGL;
  •  abilitazione professionale ottenuta contestualmente all’esame di tesi finale, divenendo quindi una laurea abilitante;
  • partecipazione dei rappresentanti della categoria nelle commissioni di tesi di laurea e riconoscimento dei crediti formativi universitari ai titolari di laurea prevista dal DPR 380/2001 e agli iscritti agli ordini professionali;

 
I punti fondamentali della laurea sono i seguenti:
curricula fissati, cioè contenuti del corso di laurea non modificabili e uniformi comprendenti gli esami obbligatori per la sezione civile ambientale e le materie professionalizzanti per geometri (come estimo, catasto, topografia ecc);
– attivazione del corso mediante convenzione con il CNGeGL;
– possibilità di svolgere il corso di laurea, mediante apposita convenzione, presso gli istituiti Tecnici Costruzione Ambiente e Territorio (CAT);
– abilitazione professionale ottenuta mediante l’esame di laurea (laurea abilitante);
– partecipazione dei rappresentanti della categoria alla commissione di esame di laurea;
– riconoscimento dei crediti formativi universitari a coloro che sono in possesso di una laurea prevista dal DPR 380/2001, nonché a coloro che sono iscritti all’albo professionale;

Benefici della proposta

Il progetto ha notevoli vantaggi in quanto eleva il livello di preparazione scolastica di una figura professionale che ha radici lontane, si dice fin dagli agrimensori romani o addirittura gli egiziani che dovevano riconfinare le terre allagate dal Nilo.

La strategia punta a far svolgere il percorso di laurea triennale negli stessi istituti tecnici, ben più diffusi sul territorio delle Facoltà di Ingegneria e Architettura, presumendo che una laurea di classe 7 (ingegneria civile) possa essere rilasciata solo da queste due istituzioni.
Il percorso formativo si svolgerà si negli istituti superiori ma sarà coordinato con le Università, allineandone la didattica e contenuti alle direttive europee, in modo da elevare la secolare professione del Geometra alla dignità di professione laureata.
Il progetto è ambizioso e dovrebbe prevedere incentivi a favore verso gli attuali professionisti diplomati.

Dubbi e criticità

La prima cosa che riscontro è la coincidenza della classe di laurea di questo percorso: se si tratta di una classe 7 – ingegneria civile ambientale c’è la concreta possibilità che lo studente possa iscriversi all’Ordine degli Ingegneri piuttosto che al Collegio dei Geometri sotto il titolo di Ingegnere Jr come prevede il DPR 328/2001.

Non solo: non è neppure escluso che con questo corso di laurea lo studente possa proseguire gli studi in una laurea magistrale (ulteriori due anni) sempre in ingegneria civile, raggiungendo il massimo livello professionale.
Tale rischio, neanche tanto remoto, vanificherebbe l’intento ambizioso di tale progetto:
infatti cosa decideranno gli studenti (e soprattutto i loro genitori) di fronte all’idea di diventare praticamente ingegneri civile a parità di impegno ?

A mio avviso occorreva realizzare un simile progetto in tempi più opportuni, ovvero prima della riforma universitaria (2000) e la riforma delle professioni (DPR 328/2001), prevedendo una specifica e univoca classe di laurea per geometri.
Ma anche in questa ipotesi, di converso, difficilmente lo studente sarebbe incentivato a spendere tre anni in una laurea per geometra piuttosto che per ingegnere.

Altro aspetto critico sul piano logistico: con quale corpo docenza verranno svolti i corsi di laurea triennale per geometri nelle scuole superiori ? Dalle bozze del progetto mi sfugge.
Non credo che i “baroni” delle Università permetteranno il rilascio di un titolo di laurea triennale con corpo docenza “alieno” alle loro istituzioni.
Dubito anche il contrario, ovvero un corpo docente interamente universitario presso le scuole superiori: infatti le università hanno sedi diffuse nei capoluoghi di provincia e in alcuni casi di regioni, mentre le CAT sono più diffuse.
Si rischia di rivedere un vecchio clichet non molto efficace, ovvero la diffusione dei poli universitari distaccati nelle disparate cittadine.
Probabile quindi la via di mezzo, ovvero corpo docente misto, e su questo punto preferisco concludere questa riflessione.

Questo corso di laurea triennale per Geometri aggiungerebbe un altro tassello all’intricato problema conflittuale delle competenze professionali, di cui festeggeremo il centenario tra pochi anni se il Parlamento non provvede al problema.

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CARLO PAGLIAI, Ingegnere urbanista, esperto in materia di conformità urbanistica e commerciabilità immobiliare
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