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Esclusa opera precaria, costituisce veranda con aumento volumetrico

Installare pareti vetrate, fisse o scorrevoli che siano, equivale ad ampliare l’edificio.

Anche se trattasi di pannelli vetrati installati con poca spesa, facilmente amovibili o apparentemente “precari”, la loro installazione porta a cambiare molto la natura del manufatto dove sono inseriti.

Chiusura di Balconi e terrazzini a sbalzo.

Un semplice balcone dotato di parapetti o muretti si presta facilmente ad essere chiuso con vetrate scorrevoli o fisse. A maggior ragione i balconi o terrazzini circondati da muri perimetrali e sovrastati da altri balconi.

La loro chiusura effettuata con pannelli di vetri su intelaiature metalliche non costituisce pertinenza, e non rientra in:

Al contrario, è un intervento soggetto all’ottenimento del Permesso di Costruire (Cass. Pen. 36238/2019, n. 1483/2013).

La veranda costruita partendo da balconi e terrazzini è pur sempre un volume “pieno” in urbanistica.

Infatti con la chiusura del balconi si realizza un vano dotato di autonomo utilizzo, e pertanto privo del carattere di precarietà.

E questo manufatto si definisce “veranda”, di cui rinvio alla definizione.

Il motivo? Trattandosi di opera non destinata ad esigenze temporanee e contingenti, piuttosto è destinata a durante nel tempo ampliando così le possibilità di godimento dell’immobile (Cass. Pen. 36238/2019).

La facile amovibilità, o smontaggio che sia, non vale in ogni caso per conferire carattere precario o temporaneo.

Inoltre la chiusura del balcone comporta un ampliamento all’esterno dei muri perimetrali del fabbricato, pertanto al di fuori della sagoma esistente (Definizione di Sagoma).
Essa è costituita dalla conformazione planovolumetrica della costruzione e dal suo perimetro, inteso sia in senso verticale che orizzontale, ed assicurato nuovo spazio al corpo immobiliare preesistente incidendosi in tal modo sui parametri previsti dagli strumenti urbanistici (Cass. Pen. 36238/2019).

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Installazione su terrazzi, lastrici solari e tetti piani.

La posa in opera di vetrate, fisse o scorrevoli che siano, sopra i terrazzi e tetti piani spesso realizza un manufatto dotato di autonoma struttura e utilizzazione.

Spesso le vediamo sotto forma di tettoie sostenute da pilastri, originariamente aperte su tutti i lati, e successiva chiusura con vetrate.

Anche in questo caso l’intervento di chiusura con vetrate comporta la realizzazione di aumento volumetrico e modifica fuori sagoma del fabbricato.

Per gli stessi motivi l’intervento richiede l’ottenimento del Permesso di Costruire, dal punto di vista urbanistico edilizio.

Vincoli e vari nulla osta.

In giro ci sono molti vincoli di varia natura, nel blog l’ho detto un sacco di volte, i più diffusi da trovare possono essere:

Nel caso in cui l’immobile ricadesse in area soggetta a vincoli di vario tipo, oppure l’immobile stesso fosse oggetto di specifici vincoli, è indispensabile verificare se essi richiedono il rilascio di apposito nulla osta, autorizzazione o atto di assenso.

Per questi motivi è consigliato rivolgersi ad un professionista tecnica che possa guidarvi a valutare la fattibilità dell’intervento.

Non dimenticate neppure le verifiche antisismiche e strutturali.

Oltre a consigliare la valutazione urbanistica, consiglio anche di far valutare da un ingegnere gli aspetti strutturali e antisismici. Infatti la veranda vetrata, pur sembrando un opera di modesta entità, richiede pure una valutazione della sua sicurezza verso l’immobile di appartenenza sia verso i potenziali fruitori che possono passarvi là sotto.

Tutti i diritti sono riservati – all rights reserved

CARLO PAGLIAI, Ingegnere urbanista, esperto in materia di conformità urbanistica e commerciabilità immobiliare
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